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Per quale motivo Leonardo dipinse veli neri indosso alla Gioconda? E perchè la celebre dama emerge solitaria in uno spazio in dissolvenza?
Se leggere dipinti a tema sacro, come l’Ultima Cena o la Vergine delle Rocce, comporta di indagare scene ricche di contenuti teologici, per uno storico dell’arte non è per nulla scontata la lettura sul piano spirituale di un’opera a tema profano come la Gioconda, in cui emerge la stretta relazione tra ‘figurazione artistica’ e ‘archetipi ancestrali’.
Nel testo, arricchito di molte immagini e di una raffinata presentazione grafica, l’autrice propone infatti una rilettura del celeberrimo dipinto partendo, da un lato, dai contenuti storici; dall’altro, dall’indispensabile tentativo di rintracciare in esso, mediante l’attenta indagine simbolica, l’insopprimibile rapporto con la dimensione dell’Ulteriorità.
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Prima dell’Editto di Milano, la Chiesa primitiva dovette usare un linguaggio cifrato per comunicare in tutta segretezza la speranza nella risurrezione del Cristo.
In questo Studio dedicato ai simboli cristologici, l’autrice presenta origine e significato di una lingua “in codice” capace di restituire, con incredibile vigore ed efficacia, la fede dei cristiani della prima ora. Un mondo di segni parlanti, di vite spezzate nell’attesa del ritorno del Giorno, di professioni di fede scolpite su sarcofagi e nei luoghi della morte.
Cristogrammi di vario tipo, dal Chi-Rho allo Iota-Chi, testimoniano una Chiesa viva nelle persecuzioni, fedele nella prova, attiva nella testimonianza, tenace nell’attesa dell’ottavo giorno.


Nel secolo XII il teologo Marie-Dominique Chenu scriveva nel suo saggio “Teologia”: Se dovessi rifare quest’opera darei maggiore attenzione alla storia delle arti, perché esse non sono solamente illustrazioni estetiche, ma veri luoghi teologici.
Concepito a seguito di Cicli di incontri d’Arte lombarda presentati in collaborazione con Assessorati alla Cultura e Biblioteche Civiche, il Testo si propone di rintracciare quella relazione tra Arte e Sacra Scrittura che, in Occidente come in Oriente, ha da sempre ispirato la produzione artistica.
Partendo dalla ‘Parola creatrice’, lo Studio recupera tale connubio analizzando le principali emergenze artistiche lombarde, dalle primissime manifestazioni in Età preistorica, al Quattrocento. Il linguaggio sintetico, le molte elaborazioni grafiche e le citazioni bibliche e patristiche ti guideranno alla scoperta del ‘Principio dell’Arte’.
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Nell’anno 1524 venivano a mancare tre dei migliori allievi di Leonardo da Vinci, Marco da Oggiono, Andrea Solario e Salaino, pittori raffinati i quali, alla scuola del genio di Vinci, avevano iniziato molto giovani la propria formazione artistica.
In occasione del V centenario dalla morte degli allievi, questo Testo propone di illustrare l’attività di una bottega fiorentina, a iniziare dall’Accademia vinciana, che avrebbe fornito al mondo dell’arte pittori raffinatissimi e capaci di imitare il Maestro.
Durante il periodo di formazione, l’allievo abbandonava la casa paterna per trasferirsi presso la dimora del maestro, che avrebbe provveduto sia allo studio, che al suo sostentamento.
Ma come era condotta la bottega fiorentina ? E cosa resta degli allievi di leonardo? Grazie alla loro opera, lo stile “leonardesco” continuò a caratterizzare i capolavori del XVI secolo, quale prima eredità pittorica del Maestro toscano. Il Libro coinvolgerà i lettori in un percorso inedito e suggestivo.
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Desiderosa di ricostruire la storia della mia famiglia, ho condotto questo Studio per esplorare la formazione del patronimico in età medioevale e avanzare ipotesi sulle sue origini. La più antica pergamena, ritrovata nell’Archivio Capitolare di Bergamo, risale al 1438 e cita un certo “Giò de Sancto Gallo”, affiliato, come altri Sangalli della Bergamo trecentesca, alla potente famiglia filo-viscontea dei Suardi. Oltre all’Archivio Capitolare e alla Biblioteca Civica “Angelo Mai” in Città Alta, la ricerca ha richiesto la consultazione di altri 8 archivi, come gli importanti “Stiftsarchiv” e “Staatarchiv” dell’Abbazia di San Gallo, nell’omonimo Cantone.
La ricerca araldica ha interessato 1191 nomi, dei quali 526 rintracciati a Carugate, 370 a Brugherio, 198 a Cernusco sul Naviglio, 81 a Bergamo, 9 a Monza e 7 a Gorgonzola. Il Testo riporta anche 10 tavole grafiche illustranti i rami genealogici. Testo in lingua Italiana (in preparazione il testo in Inglese per i Sangalli nel mondo).
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